Claudio e la passione del suono

Al Forum di Locarno Festival abbiamo incontrato Claudio, tecnico audio-video, che ci ha raccontato di come la sua passione sia diventata un mestiere.

Come fai a regolare i suoni?

Fortunatamente non mi devo occupare dei suoni quando filmo, quindi il suono viene fatto altrove. Quando invece faccio le regie al Forum, devo controllare che ci sia sempre il suono, ma non cambia di molto, perché anche qui viene controllato dalla regia che è dedicata solo al suono; io faccio solo immagini.

Cosa fai nel tempo libero?

Io sono di professione insegnante di scuola elementare; ora sono pensionato da tre anni. Però sono venti anni che vengo qui al Festival a fare questo lavoro; ho fatto una formazione di sonorizzatore.

Cosa si deve fare per diventare il tecnico audio-video?

Io ho fatto una formazione in televisione come tecnico audio, mentre la parte video l’ho imparata da solo, come autodidatta. Per il Festival, in reltà, faccio solo il cameraman, perciò non mi occupo di niente che ha a che vedere con il suono.

Sai chi sarà il nuovo direttore artistico?

No, sento che ne parlano… non mi interessa saperlo prima del tempo… quando lo si saprà, lo saprò anche io.

Perché di giorno non si vede niente sullo schermo?

Perché la luce del sole è più forte della luce che viene proiettata. Perciò si possono vedere alcune immagini sugli schermi sparsi per il Festival perché l’immagine proviene da dentro, mentre sul telone in Piazza Grande, no.

Come fai a proiettare i film sullo schermo?

Anche di questo non mi occupo io, ma ti posso raccontare che le immagini che io filmo in Piazza Grande prima del film vengono trasmesse dalla mia videocamera fino alla cabina di proiezione, lì c’è Elena che si occupa della regia e che manda le mie immagini al proiettore video che a sua volta le trasmette sullo schermo.

Come fai ad avere sotto controllo tutti gli schermi?

È un lavoro di gruppo: io sono in una squadra di quattro cameramen sulla Piazza, uno dei quali si occupa della regia. Io faccio entrambe le cose, a seconda delle esigenze.

È mai capitato che un film in Piazza Grande non funzionasse? Come avete risolto?

Capita che ogni tanto ci sia qualche incidente. Una volta capitava che le pellicole si rompessero, mentre oggi i problemi sono un po’ diversi. Ad esempio potrebbero esserci dei codici elettronici non giusti per far partire i film, oppure ogni tanto succede che i server dai quali devono partire i film non funzionino bene.

Quanto è rischioso avere gli schermi in Piazza Grande se ci sono i fulmini in cielo?

Non penso che ci sia qualche pericolo: lo schermo è un telo, quindi non c’è nessun campo elettrico. Potrebbe essere pericoloso, se mai, per le cabine; ma non mi risulta che ci sia mai stato un incidente grave di questo tipo sulla Piazza.

Ami guardare i film?

Sì, vado al cinema ogni tanto e mi piace molto.

Di che materiale è il telo dello “schermo” in Piazza Grande?

È di materiale plastico, fabbricato apposta perché lo schermo in Piazza Grande è uno dei più grandi che ci sia al mondo (26 metri di larghezza e 17 di altezza). Viene fabbricato in Inghilterra e viene spedito poi a Locarno; lo si cambia ogni due o tre anni perché perde un po’ di luminosità, visto che è esposto alle intemperie, alla luce del giorno, al vento, …

Qual è il suo film preferito?

A me piacciono molti film; in particolare direi che mi piacciono quelli di Ken Loach, un regista inglese.

Qual è la parte del suo lavoro che preferisce? 

Mi piace che noi facciamo un lavoro invisibile: filmiamo, guardiamo, facciamo funzionare le macchine; eppure tutto questo permette il funzionamento del Festival. La gente si accorge di noi solo quando le cose non funzionano.

Qual è l’aneddoto più divertente che ci può raccontare?

Una volta, alla sera, ero in Piazza Grande e stavo filmando il pubblico prima che le proiezioni iniziassero. Ogni anno ho degli amici che stanno sulla Piazza, perciò li cerco e li inquadro, così che loro possano vedersi sullo schermo. Quell’anno lì vado verso quegli amici, inquadro il primo, che toglie da sotto il mantello una fotografia della mia faccia e se la mette sulla sua; attorno a lui altre venti, venticinque persone hanno tolto questa fotografia e l’hanno messa davanti alla loro faccia. Io li guardavo, intanto il mio viso veniva proiettato sullo schermo, e io non capivo più se fossi tra il pubblico o se stessi filmando. L’ho trovato uno scherzo fantastico!

Oltre a Locarno Festival, cosa fa?

 Prima insegnavo; a lato di questo mi sono sempre occupato di video e di fotografia perché sono cose che mi interessano; faccio dei piccoli video semplici, che posso fare da solo senza avere una macchina troppo complessa. Inoltre suono e faccio un po’ di musica.

Preferisce lavorare da solo o in team?

Non ho una preferenza. Al Festival io continuerò a venire fino a quando il gruppo di lavoro sarà questo, perché ci troviamo ogni anno ed è una festa tra amici; c’è un bell’ambiente, c’è solidarietà, ci si aiuta nel bisogno.

Il mestiere che fa è pericoloso?

Non è pericoloso; anche se è vero che in Piazza Grande alla sera sono su un piedistallo alto un paio di metri e largo uno, su cui devo muovermi e girarami tra i cavi, perciò bisogna fare un po’ di attenzione.

Da quanto tempo fa il tecnico?

Come dicevo prima ho la formazione di tecnico fatta quarant’anni fa, quando ancora non c’erano video, telefonini e questi apparecchi, c’era solo la pellicola.

Come mai ha deciso di diventare un tecnico?

 Mi è sempre piaciuto l’aspetto tecnico legato alla musica. I primi anni che insegnavo lavoravo anche in un gruppo che realizzava degli spettacoli di teatro con ragazzi in difficoltà; in quelle occasioni mi occupavo di realizzare le colonne sonore degli spettacoli. È quindi da quando avevao 18 o 19 anni che mi occupo di questo; posso dire che è una vera passione.

Qual è l’impianto più grande che ha montato?

 Io non monto grandi impianti; in realtà io mi occupo di allestire la struttura qui al Forum, oppure i piccoli impianti che usiamo quando vado a suonare.

 

Intervista a cura di Anna, Andrea e Matteo