“Quello che conta è l’incontro”

Il NewsLab ha dialogato con l’attrice svizzera Maria Fitzi

Negli ultimi giorni della 75esima edizione del Locarno Film Festival i partecipanti del laboratorio organizzato dalla SUPSI, dedicato al giornalismo, hanno approfondito il tema delle interviste, parlando con personaggi di rilievo del mondo del cinema Svizzero. In particolare, il gruppo di giovani giornalisti composto da Elisa, Francesco, Kay, Nives e Yael ha avuto un piacevole incontro con l’attrice e poliglotta Maria Fitzi. Nata a Berlino e da sempre legata al mondo della recitazione, la donna si è raccontata ai ragazzi rispondendo a domande professionali e personali e alternando tedesco e italiano.

Wie würden Sie sich in 3 Adjektiven beschreiben?

Naiv in einem neugierigen Sinn, positiv, kritisch-optimistisch.

Wann haben Sie Ihre künstlerischen Talente entdeckt?

Ich bin in einer Schauspielerfamilie geboren. Deshalb war die fiktive Welt sehr präsent zu Hause, so dass die Fiction oft auch realer war als die Realität.

Wie sind Sie zum Schauspielern gekommen?

Durch meine Eltern war das sehr präsent. Aber ich wollte meinen eigenen Weg finden. Ich mochte Marionetten bauen. Aber als die Prüfung kam traute ich mich nicht hinzugehen. Also wurde es erst mal nichts. Dann besuchte ich die Dimitri Theater Schule hier in Verscio und dann eine klassische Theater Schule.

Come ha capito che il cinema era la sua strada?

Quando avevo circa 10 anni i miei genitori lavoravano nel teatro, mia madre era attrice e mio padre regista e drammaturgo quindi loro hanno sempre lavorato per il teatro. Però effettivamente quando ho iniziato ad andare al cinema, avevo proprio tanta voglia, come un desiderio, di fare anche cinema. Avrei avuto un’occasione, quando avevo 10 o 11 anni di fare un film, però il ruolo che mi era stato assegnato doveva morire alla fine e i miei genitori avevano l’impressione che non fosse la cosa giusta per me. Io ero molto molto delusa e ancora oggi lo sono. Comunque, dopo, qualcosa è rimasto, ed effettivamente è stato il teatro, il cinema e la narrazione. Quindi il cinema è arrivato nella mia vita abbastanza presto, un po’ così..

Quando recita, riesce a uscire completamente da se stessa o porta una parte della sua personalità nel personaggio che interpreta?

Penso che rimane sempre qualcosa di noi stessi, spesso ho l’impressione che si tratta di una specie di simbiosi. Io cerco inizialmente di andare incontro al personaggio per capire chi è, come se dovessi incontrare una persona alla fermata dell’autobus; comincio a fagli delle domande e dopo cerco di entrare nel mondo di questa persona e dunque adattare i pensieri alla sua situazione. In questo senso la trasformazione si fa, però visto che sono io a recitare, penso i suoi pensieri e lo sento in un certo modo. Dunque, se la stessa parte dovesse essere recitata da un’altra persona diventerebbe anche un altro personaggio. Se abbiamo un ruolo famoso, per esempio Hamlet e ci sono 5 attori che fanno Amleto, diventerà 5 volte un po’ diverso, perché gli attori sono diversi, dunque penso che ci sia sempre una parte di noi.

Wie sind Sie in die Schweiz gekommen?

Mein Vater ist Schweizer. Als er dann nach Berlin ging, lernte er meine Mutter kennen. Ich bin in Berlin geboren und aufgewachsen, habe aber auch einen Schweizer Pass. Ich ging auch oft meine Grosseltern in der Schweiz besuchen. Ich war auch längere Zeit in Genf.

Was haben Sie in der Dimitri Theaterschule gelernt?

Damals, in den 80. Jahren, hatte die Schule noch nicht eine bestimmte Richtung eingeschlagen. Es war eher wie eine Grundausbildung z.B. Tanzen, Akrobatik, Körpertraining und Maskenbilden. Es ging aber hauptsächlich darum, selber Geschichten zu erfinden.

Qual è il personaggio che ha interpretato nel quale si riconosce di più?

Difficile rispondere…Diciamo quando avevo la prima parte un po’ grande era la Margarete nel Faust di Goethe, che è un personaggio che incontra per la prima volta l’amore e che si innamora di un uomo più anziano, che ha già studiato e che vuole ritrovare un po’ la gioventù in questo amore. Questo ruolo, che ho potuto recitare 3 volte in 20 anni, però sempre incontrandolo in un altro momento della mia vita, mi ha fatto sicuramente molto riflettere. Però ogni ruolo era un incontro speciale, dunque non riesco tanto bene a dire quale.

Welchen Film den Sie gemacht haben, mögen Sie am meisten?

Der erste Film an dem ich teilnahm, Te Rua (1991, n.d.r.). Dieser wurde in Neuseeland gedreht und von einem Maori Regisseur geschrieben. Ich bekam eine sehr starke Verbindung zu diesem Volk. Und der Film Hinter verschlossenen Türen (1991 n.d.r.).

Un consiglio per chi di noi vuole diventare attore?

Seguite quello che volete fare, è una strada su cui è difficile dare un consiglio perché la strada di ognuno è diversa. Però.. direi che la gioia è veramente una base essenziale. E poi lavorare sulla fiducia e pensare che quello che voi sentite è giusto per voi; e di vedere cosa vi piace, cosa avete voglia di raccontare e di fare. Ogni personaggio che reciterete è un incontro, uno scambio, un dialogo. Andate nelle scuole di teatro quando ci sono le porte aperte, per conoscere la scuola e vedere come si lavora, farvi un’impressione. Poi penso per essere attore è comunque bello fare prima una scuola di teatro e poi andare verso il cinema, perché lo sviluppo di un personaggio, sia per il cinema che per il teatro, per me è la stessa strada. Lo stile di recitazione è diverso sì, perché o hai la camera che ti si avvicina, o tu nel teatro ti devi trasportare, dunque lì effettivamente c’è un’altra tecnica, però penso che la base, la tecnica, la si può imparare in una scuola di teatro. In realtà, si può anche imparare in altri contesti, si può imparare dappertutto, ma se si trova una bella scuola, che ti dà uno spazio protetto dove puoi studiare in modo protetto appunto, è un’esperienza molto preziosa.

Welches ist Ihr Lieblingsland?

Ich habe kein wirkliches Lieblingsland. An allen Orten, wo ich bisher war gab es  etwas Spezielles, dass zum Ort gehörte. Jeder hat Ort etwas sehr Spezifisches für sich gehabt. Es gibt aber auch viele Länder zu denen ich mich verbunden fühle.

Was machen Sie in der Freizeit?

Freizeit ist nicht wirklich etwas was ich kenne. Es gibt eher so Momente wo ich mir Raum nehme schwimmen oder spazieren zu gehen. Ich spiele gerne Billiard oder ich gehe gerne tanzen, z.B. Salsa.

Cosa voleva fare da bambina?

Prima volevo, ma questo è piuttosto.. magari uno scherzo, alla scuola elementare una volta ho detto che volevo andare in prepensionamento, poi volevo diventare spazzacamino, perché avevano il diritto di andare sui tetti. Poi quando avevo 10 anni mi piaceva già tanto scrivere e il cinema e il teatro e poi la narrazione. Penso che lavorare in teatro o nel cinema.. questo desiderio c’era già abbastanza presto.

Was bereitet Ihnen besondere Freude?

So ein Zusammensein, wie mit euch jetzt zu sprechen, eine schöne Begegnung oder an einem Fluss oder einfach so am Wasser zu sein, oder im Wald. Manchmal freut es mich einfach etwas zu lesen oder manchmal ein Eis zu essen.

Se potesse andare a cena con un personaggio famoso della storia, con chi andrebbe?

Così spontaneamente mi viene Ken Loach, o forse Mike Leigh.

Wenn Sie ein Tier wären, welches würden Sie sein wollen?

Ich würde gern ein Delphin sein, wegen seiner Art zu kommunizieren und wegen seiner Freiheit. Oder ein Schmetterling, wegen der Verwandlung und auch die Freiheit. Oder eine Katze z.B. ein Leopard. Beim Leopard oder bei der Katze mag ich die Geschmeidigkeit, die Eleganz.

Se potesse avere un super-potere quale sceglierebbe?

Mi piacerebbe poter guarire le persone.. e mediare tra le persone..

Siamo giunti alla fine di quest’intervista, un’ultima domanda: preferisce essere intervistata da noi ragazzi o dagli adulti?

Mi è piaciuto molto essere intervistata da voi! Però direi che sono sempre nervosa quando devo fare un’intervista. In ogni caso è stato un grande piacere. Alla fine non credo sia tanto legato all’essere un bambino, adolescente o un adulto, è piuttosto.. come già detto, l’incontro, e.. lo scambio, il dialogo. Se si sente l’interesse dell’altro allora diventa un piacere farlo!

Bene! ..adesso: può farci un autografo?

Con grande piacere!!