Raphaël Brunschwig. I 360° di Locarno Festival

Il direttore operativo del Festival si racconta in italiano e in tedesco ai nostri microfoni. Intervistarlo e ascoltarlo è stato un vero onore.

Cosa significa essere il direttore operativo?

Il direttore operativo è chi si occupa dell’organizzazione di tutto ciò che riguarda il Festival, con l’eccezione dei film di cui si occupa il direttore artistico. Nello specifico vuol dire, gestire la costruzione delle strutture temporanee che sono necessarie per fare un grande festival in una piccola città, amministrare le finanze, gestire le ottocento persone che lavorano e anche del marketing, ovvero come viene comunicata la manifestazione alle persone. In generale un direttore operativo si occupa della qualità dell’esperienza di chi viene a Locarno a guardare dei film.

Da quanto tempo lavora per il Festival?

Lavoro da cinque anni, ovvero 6 edizioni. Ma come direttore operativo è il primo anno. All’inizio mi sono occupato dei finanziamenti, poi dall’anno scorso sono diventato vicedirettore operativo e con la partenza dell’ultimo direttore ho preso il suo posto.

Quante cose è necessario sapere per fare il direttore operativo?

Penso siano molte, ma è difficile spiegarle. Sicuramente però è necessario definire le priorità, saper collaborare e lavorare di squadra, inoltre è importante organizzare bene il proprio tempo. È una domanda difficile, perché non credo sia un lavoro per il quale ci sia una formazione specifica. Bisogna soprattutto conoscere bene il Festival e le sue meccaniche e un pezzo alla volta aggiungere sempre qualcosa così da poter contenere la complessità di questa manifestazione.

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Elisa Bazzi. La pittrice del Festival

Vi siete mai domandati chi è che dipinge di giallo e nero la città di Locarno durante il Festival? Elisa Bazzi ce lo ha raccontato ieri, durante un’intervista, in cui abbiamo scoperto anche qualche curiosità sul simbolo della manifestazione, il Pardo. 

Cos’è il marketing?

Ci occupiamo di comunicare l’immagine del Festival verso l’esterno attraverso varie forme. Lavoriamo stretto contatto con i grafici e coloriamo la città di giallo e nero.

Ti piace fare il tuo lavoro?

Mi piace molto perché è un lavoro sia creativo che pratico. Bisogna essere organizzati e precisi ma lascia ampio margine per sviluppare progetti e gadget nuovi, chiaramente seguendo il brand nero e giallo

È  faticoso farlo?

C’è un periodo intenso prima del Festival, che è il mese di luglio, dove abbiamo diverse scadenze che dobbiamo rispettare, ad esempio per gli stampati, in modo che siano pronti per l’inizio della manifestazione. C’è quindi bisogno di impegno.

È bello aiutare a dirigere il Festival?

Il Festival è una grande macchina e un solo individuo non potrebbe mai riuscire a farla funzionare come si deve. È quindi molto importante riuscire a collaborare coi colleghi. Il bello di questo Festival è che si presenta sia come internazionale, sia come qualcosa di molto locale: perciò è interessante collaborare anche con gli enti regionali e con i nostri partner.

Da quanti anni fa questo lavoro?

Questo è il mio quinto Festival.

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Luca Rimediotti e i segreti del web

Ieri Luca, in una piacevole chiacchierata, ci ha raccontato i segreti che stanno dietro al sito web del Festival di Locarno.

Ha creato lei il sito del Festival?

No, però ci metto le mani ogni giorno, mi tengo aggiornato e quando ci sono dei problemi cerco di risolverli.

Perché hanno creato il sito?

Il sito web serve per rendere le informazioni più fluide per gli utenti. L’idea è quella di rendere fruibile l’immagine non solo su supporto cartaceo (come ad esempio un giornale), ma anche da un computer, un telefono, un tablet.

Come si fa a creare un sito?

Innanzi tutto bisogna studiare. Poi, apprese le varie tecniche, si può creare: si parte da contenuti come testi, foto, video; insomma, tutto ciò che si vuole mettere sul proprio sito.

Quanto tempo ci impiega a creare un sito?

Il tempo varia a seconda della complessità del sito stesso: se è un sito relativamente ci si può impiegare due ore, se invece è qualcosa di più complesso, come quello del Festival, è necessario più tempo, perché bisogna progettarlo anche in base agli aggiornamenti futuri.

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Intervista al Team Comunicazione: Gaia, Daniela e Tahra

Oggi abbiamo incontrato il team della comunicazione nello studio televisivo allestito dal CISA per il Festival di Locarno.

Come è strutturata la vostra giornata?

Alla mattina andiamo in ufficio, vediamo quali sono gli eventi più importanti della giornata, capiamo dove andare a fare le foto, i video e cosa seguire. Giriamo per il festival. Purtroppo non abbiamo il tempo di guardare i film, però seguiamo le conferenze e facciamo le foto. La sera c’è il Red Carpet poi seguiamo il lancio della serata sul palco, i concerti e anche gli eventi che ci sono la sera.

Cosa si intende con “comunicazione”?

Il festival ha tantissimi film, ospiti e iniziative. La comunicazione è quella cosa che permette di far sapere al mondo cosa succede a Locarno, cosa sta succedono a questo festival. E quindi quello che facciamo noi è informare il più possibile le persone sull’ospite che è passato sul tappeto, che film ha vinto, chi è Carlo Chatrian (ndr. direttore artistico) e questo genere di cose.

Quali mezzi utilizzate per comunicare?

Principalmente usiamo i social media quindi facebook, instagram e twitter. Gaia (ndr. Gaia Mathieu, coordinatrice della comunicazione digitale di Locarno Festival) si occupa anche del sito internet, quindi anche delle news.

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Deborah Piegucci. Trasformare le idee attraverso i colori

L’altro giorno abbiamo intervistato Deborah Piegucci, la grafica del festival: in un primo momento ci ha spiegato come funziona il suo lavoro e, poi, ci ha risposto a domande un po’ più personali.

Ha cominciato con lo spiegarci qual è il lavoro del grafico per il Festival:

«Il mio lavoro è quello di dare forma ai messaggi quindi qualunque cosa che è visiva (volantini, manifesti, stampati) quasi tutto passa da noi. Il nostro compito è quello di trasformare i pensieri e le idee attraverso i colori, le forme e le immagini».

Tra i tanti aspetti di cui si occupa per il Festival figurano anche quello del Locarno Kids e del LocarnoDaily.

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Carlo Chatrian. Le chef artistique du Festival

Stamattina abbiamo avuto l’onore d’incontrare il direttore artistico Carlo Chatrian, che ha concesso alla nostra Ninon un’intervista in francese. Conoscerlo e ascoltarlo è stato un vero piacere.

Qui vous a élu directeur ?

C’était Marco Solari, le président du Festival.

Quel métier avez-vous fait avant ?

Beaucoup de métiers, j’écrivais pour des journaux et des revues, je faisais la programmation aussi à Locarno et je dirigeais une commission de films, qui est une institution qui aide les productions du cinéma à tourner dans une région, c’est-à-dire ma région d’origine, la Valle d’Aosta.

Aimez-vous faire ce métier ?

Je pense que oui.

Depuis combien d’années faites-vous ce métier ?

Je suis directeur du Festival de Locarno depuis 2012, donc ça fait ma sixième édition.

Pourquoi avez-vous décidé de devenir directeur du Festival ?

C’était monsieur Solari qui m’a proposé de devenir directeur et moi j’ai accepté.

Qu’est-ce que signifie « directeur artistique » ?

Je m’occupe de la partie artistique du Festival : ça veut dire que je choisis les films pour le public, les invités, les évènements qui sont autour du Festival. Ce sont les films pour la Piazza Grande, les films de la compétition, les invités auxquels on remet un prix et les invités qui viennent avec les films.

Pourquoi voulez-vous aller à Berlin ?

Il y a du désir de partir dans une nouvelle aventure et il y a un peu de regret de quitter cet endroit que j’aime beaucoup.

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Selina Erdmann: un esempio di precisione e impegno

Stamattina abbiamo avuto la fortuna di conoscere Selina: chiacchierando con lei, abbiamo capito che ogni lavoro ben fatto nasconde impegno e costanza.

Qual è il suo ruolo fra sponsor e pubblicità?

Io sono una stagista dell’ufficio sponsor e pubblicità, in particolare del marketing. Mi occupo quindi di contattare gli sponsor e per loro stampo i biglietti del Festival, che noi offriamo come ringraziamento per le loro prestazioni. Alla sera faccio entrare, con la mia collega, gli sponsor dal tappeto rosso. Per il marketing mi occupo dei gadget e alla sera della distribuzione della rivista (il LocarnoDaily).

È difficile trovare sponsor? Quanto tempo ci vuole?

Non sono io che li trovo, ma penso che ci voglia del tempo. Ci sono i main sponsor, che sono i 5 principali: per stilare il contratto con loro ci vuole un po’ di tempo, però loro firmano per più anni consecutivi. È facile trovarli perché c’è tanta gente interessata a sponsorizzare il Festival, però bisogna dedicare tempo ad ognuno di loro.

 

Gli sponsor sono molto esigenti? Cosa si aspettano da voi in cambio?

Alcuni sponsor sono molto esigenti perché aiutano tanto il Festival, senza di loro questo evento non esisterebbe. Quello che vorrebbero e che gli diamo è visibilità, quindi compaiono sui cartelloni, sulle riviste, …

È facile trovare idee per richiamare più sponsor?

Ogni sponsor si offre per il progetto che più gli interessa: per esempio se un giardiniere si offre come sponsor, sarà lui che porterà le sue piante.

QuantI soldi necessari per il festival vengono dagli sponsor?

Non so precisamente, ma tantissimi soldi.

Quali sono gli sponsor del Festival? È stata lei a trovarli tutti?

No, non sono stata io. Gli sponsor principali sono: UBS, La Mobiliare, Manor, Swisscom e Ascona-Locarno. Poi ce ne sono molti altri: sono più di duecento.

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Arturo Ratti: una storia di cambiamenti

Il giovane ventiquattrenne, addetto alla comunicazione, ci racconta il suo percorso al festival.

Che lavoro fa per il festival?

Sono stagista all’ufficio comunicazione.

Come si è avvicinato al festival?

L’anno scorso controllavo i parcheggi appena fuori dalla Sopracenerina, poi ho conosciuto Amel Soudani, la responsabile della comunicazione, con cui ho avuto l’opportunità di parlarle dei miei studi in letteratura. Lei mi ha quindi chiesto se per quest’anno poteva interessarmi questo tipo di lavoro.

Come mai ha scelto di lavorare per il festival? 

All’inizio perché qualche soldo per uno studente fa sempre comodo. Trovandomi bene, sono ritornato volentieri perché l’ambiente è molto stimolante. Quest’anno mi trovo ancora meglio dell’anno scorso: tra il controllo dei parcheggi e l’ufficio stampa c’è un certo salto di qualità.

Durante il resto dell’anno di che cosa si occupa?

Io sono studente all’Università di Friburgo, studio letteratura.

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